Dopo un faticoso convegno, stavo chiacchierando davanti a una birra con un guru del marketing.
“IL TUO MARCHIO FA SCHIFO” mi dice sorridendo.
“Non è vero”, rispondo “abbiamo 2000 clienti soddisfatti, cresciamo a doppia cifra, diamo un supporto di consulenza alla clientela assolutamente unico”.
“Non parlo della tua azienda, parlo del tuo marchio”
“E’ un bellissimo marchio da ingegnere dell’imballaggio, quadrato, sintetico, leggibile…”
Avevamo finito la prima birra, eravamo rilassati e disposti all’amicizia e non al bisticcio, e lui mi dice:
“E’ il tuo solito errore, tu non devi vendere solo alle aziende, ma soprattutto alle persone, il tuo marchio deve suscitare una emozione”
“Ho capito, aggiungo una faccina o un emoticon”
“Forse andava bene anni fa, ma ora il discorso è inflazionato”
“Bravo furbo, il guru sei tu, come si fa se io vendo imballaggi?”
Imballaggi ed animali
“Il primo consiglio ti costa solo una birra, eccolo. GLI ANIMALI PORTANO LE EMOZIONI; il cane la fedeltà, il gatto l’immaginazione, l’elefante la forza, la volpe l’astuzia, lo squalo la ferocia; tu che emozione vuoi risvegliare?”
Ci penso per la durata della birra, poi rispondo:
“La protezione, scegliamo una mamma con un bambino”
“Anche questo è un discorso troppo diffuso, e poco caratterizzante, non vendi delle creme protettive”
Nel corso di una intensa riunione di lavoro (la terza birra) passiamo in rassegna tutti gli animali, e ne scegliamo uno.
Lui si inventa anche un primo slogan:
CANGURABI’ : MARSUPIO sicuro
Lavoriamo un po’ su programmi grafici, ed ecco chi arriva
“Ti assicuro che risveglia emozioni, mettilo nel tuo marchio”
Faccio il solito ingegnere dell’imballaggio, e gli rispondo:
“Se lo dici tu, lo faccio, a me non piace”
“Hai capito ben poco, l’emozione e la tecnica devono viaggiare insieme, non su vagoni separati”
Bevendo la quarta birra, armeggia un po’ con la grafica, ed ecco il risultato:
Alla mattina dopo riguardiamo il tutto, e lui mi fa:
“Quando studi un problema di imballaggio, e cerchi la soluzione migliore, cosa fai?”
“Guardo con attenzione ogni dettaglio e analizzo come l’imballaggio viene usato”
“Bravo, ma anche le emozioni devono saper guardare” e aggiunge l’occhio al nostro CANGURABI’
Ma io sono pronto di nuovo alla battaglia, e gli dico
“Il tuo slogan fa pena, non vale le birre che ti sei bevuto.”
Davanti a un caffè doppio molto denso, lo riscriviamo:
CANGURABI’: i tuoi prodotti nel mio marsupio
Ed ecco la versione a colori: